Non solo donna delle pulizie: ecco i nomi corretti e le differenze importanti che pochi conoscono

La figura che si occupa della pulizia degli ambienti non è mai stata solo “donna delle pulizie” e, negli ultimi anni, i termini e le definizioni sono cambiati riflettendo una nuova attenzione verso il riconoscimento professionale e la dignità lavorativa. L’espressione tradizionale tendeva a ridurre il ruolo a una dimensione marginale, quasi legata a uno stereotipo familiare o di genere, trascurando competenze tecniche e responsabilità che fanno della pulizia una vera professione.

Terminologia moderna e dignità professionale

Oggi il termine più adeguato e inclusivo per chi svolge mansioni di pulizia in contesti pubblici o privati è addetta alle pulizie (o addetto, in base al genere). Questa definizione è diffusa nei contratti di lavoro e nella descrizione ufficiale delle mansioni, riconoscendo la professionalità e sostenendo la pari dignità rispetto ad altri ruoli. È una scelta che va oltre la questione linguistica e testimonia rispetto verso chi svolge un lavoro fondamentale per il benessere collettivo.

Accanto a questo termine si trova anche colf, acronimo di collaboratrice familiare, ancora molto utilizzato in ambito domestico. Tuttavia, “domestica” è ormai in disuso perché ritenuto antiquato e potenzialmente svilente. In sostanza, il linguaggio riflette l’evoluzione sociale del ruolo e la sua crescente specializzazione.

Ruoli, mansioni e differenze concrete

Esistono distinzioni operative tra le diverse figure impiegate nella cura degli ambienti.

  • Addetta alle pulizie: Si occupa della pulizia generale di aree pubbliche e interne, come pavimenti, corridoi, bagni comuni, ascensori, spazi condivisi in condomini, uffici, ospedali, scuole, aziende. Cura trasporto e preparazione dei materiali e prodotti necessari.
  • Cameriera di piano: Classica figura nel settore alberghiero, addetta alla pulizia delle stanze, accoglienza, sistemazione dei letti e verifica di ogni ambiente destinato agli ospiti. Può occuparsi anche di riordino e piccoli servizi di assistenza.
  • Colf: Operante in ambito familiare, la colf (sia uomo che donna) si occupa di pulizie domestiche, commissioni, aiuto nella preparazione dei pasti, gestione della biancheria e talvolta di piccoli lavori di manutenzione. Può collaborare con altre figure, come badanti o baby sitter.
  • Badante: Figura specializzata nell’assistenza, si occupa della cura personale di chi necessita supporto, come anziani o disabili. Può affiancare la colf nelle pulizie, ma con un preciso focus sulle esigenze della persona e non solo sulla casa.

A livello contrattuale, tutte queste figure rientrano nel settore dei lavoratori domestici. Le differenze riguardano soprattutto le mansioni: la colf svolge attività generiche di cura della casa, mentre la badante si occupa dell’assistenza personale. Collaboratrice domestica e badante condividono lo stesso inquadramento normativo, ma si distinguono per la tipologia di compiti e responsabilità.

Miti da sfatare: il genere e la professionalità

Un aspetto spesso sottovalutato riguarda lo stereotipo che lega la pulizia domestica alle donne. La credenza che la pulizia sia un affare femminile è ormai superata, anche se i dati italiani indicano che il carico delle faccende domestiche grava ancora soprattutto sulle donne adulte. Studi recenti, come il CISF Family Report 2024, mostrano che la divisione del lavoro domestico è più equilibrata tra i giovani sotto i 34 anni, mentre nel segmento over 35 il 67,9% delle donne si occupa principalmente delle pulizie, contro il 30,4% degli uomini.

Questa disparità dimostra l’attualità del dibattito e la necessità di superare i miti di genere. La pulizia è una responsabilità condivisa e non più una prerogativa “naturale” delle donne. Oggi le famiglie e le aziende riconoscono che le competenze richieste sono tecniche e organizzative, con tanto di corsi di formazione e qualifiche specifiche.

Qualifiche, crescita e nuove competenze

La professionalizzazione del settore è una delle differenze più importanti: chi lavora nelle pulizie oggi può accedere a corsi di formazione, ottenere certificazioni e specializzarsi in vari contesti, da quello alberghiero (cameriera di piano), a quello ospedaliero o industriale (addetto alle pulizie industriali). Le aziende spesso richiedono competenze tecniche riguardo prodotti chimici, sicurezza sui luoghi di lavoro, organizzazione e tempestività.

All’interno dell’albergo, per esempio, la governante coordina il lavoro delle cameriere di piano, supervisiona la qualità della pulizia e gestisce gli orari, rappresentando una figura di riferimento. Chi esegue la pulizia delle aree comuni svolge compiti diversi rispetto a chi si occupa delle stanze private, e spesso l’interscambiabilità delle mansioni produce una distinzione formale sulla base della qualifica ottenuta.

  • Aree di intervento: Pulizia ordinarie e straordinarie, sanificazioni, riordino, lavaggio professionale di superfici speciali.
  • Mansioni complementari: Controllo scorte, piccole manutenzioni, supporto logistico e organizzativo nella gestione degli ambienti.

A tutto ciò si aggiunge la necessità di gestire rapporti interpersonali con clienti, ospiti, membri della famiglia, lavorando con precisione e discrezione.

In definitiva, parlare di “donna delle pulizie” non rende giustizia alla complessità e all’evoluzione di questo lavoro: oggi esistono figure qualificate e specializzate, identificabili come addetti alle pulizie, colf, cameriere di piano, ognuna con mansioni specifiche e dignità riconosciuta. Usare la giusta terminologia significa rispettare chi contribuisce ogni giorno, con competenza e dedizione, al benessere degli spazi in cui viviamo.

Lascia un commento