Il colesterolo è un parametro essenziale per la valutazione del rischio cardiovascolare e, di conseguenza, per la decisione di avviare o meno la terapia con statine, una classe di farmaci utilizzata principalmente per ridurre i livelli di colesterolo LDL, cioè il cosiddetto “colesterolo cattivo”. Tuttavia, l’assunzione di statine non è automaticamente obbligatoria al superamento di una determinata soglia; il processo decisionale è invece articolato e personalizzato sulla base di diversi fattori clinici.
Quando si considera la terapia con statine?
Secondo le più recenti linee guida internazionali e italiane, la valutazione sull’opportunità di prescrivere le statine si basa principalmente sui livelli di colesterolo LDL e sul rischio cardiovascolare globale del paziente. Solitamente, la soglia di colesterolo LDL considerata un indicatore indipendente per la terapia farmacologica è pari a 190 mg/dLcolesterolo. Pazienti con LDL-C superiori a questo valore sono candidati all’inizio della terapia con statine, indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio, proprio per il rischio elevato e comprovato di sviluppare eventi cardiovascolari nel corso della vita.
Ci sono comunque alcune eccezioni importanti:
- Pazienti affetti da diabete di tipo 2 tra 40 e 75 anni possono essere candidati alla terapia se i loro valori di LDL-C si collocano già tra 70 e 189 mg/dL, a causa dell’elevato rischio cardiovascolare associato alla patologia diabetica.
- Nei soggetti con una storia di malattia cardiovascolare (angina, infarto del miocardio, ictus, angioplastica), le statine vengono indicate a prescindere dal livello di colesterolo, per la prevenzione delle recidive e la riduzione del rischio di nuovi eventi.
- La valutazione tiene conto di ulteriori fattori di rischio, come ipertensione arteriosa cronica, fumo, familiarità per malattie cardiovascolari precoci e abitudine al fumo.
I valori limite reali: numeri e interpretazioni
I valori limite comunemente utilizzati nella pratica clinica sono i seguenti:
- LDL-C ? 190 mg/dL: indica generalmente la necessità di avviare una terapia con statine, anche nei soggetti apparentemente sani.
- LDL-C 70-189 mg/dL: la prescrizione delle statine può essere indicata se il paziente presenta fattori di rischio elevati, come diabete, o se ha già avuto eventi cardiovascolari.
- LDL-C < 70 mg/dL: è di solito perseguito come obiettivo nei pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare, come chi ha avuto più eventi o presenta condizioni molto severe.
Personalizzazione e calcolo del rischio
Il valore di colesterolo, da solo, non determina in modo automatico l’inizio della terapia: la valutazione deve essere sempre inserita in un contesto più ampio. Gli specialisti utilizzano tabelle di rischio, come il calcolatore SCORE o i modelli proposti dalla Società Europea di Cardiologia, per stimare il rischio individuale di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore nei successivi 10 anni. Quando il punteggio globale di rischio risulta elevato, anche con valori di LDL-C inferiori a 190 mg/dL, le statine possono essere consigliate a scopo preventivo.
Alternative e strategie complementari alle statine
Non tutti i pazienti con colesterolo alto devono necessariamente assumere una statina. In presenza di parametri non estremamente elevati (LDL-C leggermente al di sopra della norma e rischio cardiovascolare globale basso o moderato), viene consigliato in prima istanza un intervento sullo stile di vita. Questo comporta cambiamenti nell’alimentazione, aumento dell’attività fisica regolare e controllo del peso corporeo.
Per chi desidera evitare le statine o presenta effetti collaterali, possono essere valutate anche soluzioni di natura integrativa, che includono:
- Berberina (da Berberis aristata): agisce in modo differente dalle statine, aumentando il recupero del colesterolo da parte del fegato.
- Resveratrolo, bioflavonoidi e policosanoli: sostanze che possono contribuire a migliorare il profilo lipidico.
- Coenzima Q10 e vitamina E: utili nel supportare il metabolismo cellulare e la salute vascolare.
Questi approcci sono utili soprattutto nei casi di ipercolesterolemia lieve o moderata, sempre con la supervisione del medico curante e nel contesto di uno stile di vita sano e controlli periodici.
Al raggiungimento di valori target di LDL-C, è importante sapere che la sospensione improvvisa della terapia farmacologica può portare a una nuova risalita del colesterolo; per questo motivo la gestione deve essere continuativa, personalizzata e valutata nel tempo, anche in base a eventuali effetti collaterali e alla risposta individuale al trattamento.
Prevenzione e ruolo del medico
L’appropriatezza nella prescrizione delle statine è essenziale per evitare trattamenti inutili oppure per non sottovalutare situazioni di rischio oggettivo. La valutazione medica tiene conto di dati personali, anamnesi familiare, condizioni cliniche, risultati degli esami ematochimici e, infine, di strumenti oggettivi di previsione del rischio cardiovascolare individuale.
L’obiettivo rimane la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari – infarto del miocardio, ictus, morte improvvisa – attraverso la combinazione di prevenzione primaria (nei soggetti mai colpiti da malattia) e prevenzione secondaria (nei pazienti con storia cardiovascolare nota). Di conseguenza, la raccomandazione di una terapia con statine non si basa su un solo dato numerico, ma su un’attenta interpretazione del quadro generale.
Per concludere, prendere le statine non è obbligatorio solo perché si supera una soglia precisa di colesterolo. I valori limite di riferimento risultano fondamentali nella valutazione, ma la decisione definitiva giunge esclusivamente dopo un’attenta analisi del rischio globale e delle condizioni specifiche del singolo paziente, secondo le linee guida scientifiche più accreditate al momento.